2011-2014 Gallese (VT), Chiesa di S.Agostino

Scuola del Pastura, ‘Pietà tra S.Giovanni, la Maddalena e un Vescovo’, dipinto murale strappato (doppio strappo), XVI sec.

Committente

Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

Direzione dei lavori

Direzione Lavori: Dott.ssa Marica Mercalli, Dott.ssa Laura D’Agostino

Altre info

Lavoro svolto in ATI dalle ditte consorziate Maria Maddalena Santoro e Mauro Stallone

Lavoro svolto dai singoli consorziati

Intervento

La Pietà con San Giovanni, la Maddalena e un vescovo è un affresco databile al 1520 in origine collocato nella sacrestia della chiesa di Sant’Agostino. La chiesa, il cui nucleo più antico risale al IX secolo, era decorata internamente da un ciclo di affreschi raffiguranti la vita di Cristo e santi, giunti a noi in stato frammentario, attribuibili alla scuola di Antonio del Massaro detto il Pastura (pittore viterbese attivo nella seconda metà del Quattrocento e nei primi anni del secolo successivo) e datati al 1520. Affinità stilistiche hanno suggerito che anche l’affresco con la Pietà sia parte di questo ciclo e ne condivida la datazione. L’affresco era stato eseguito con una tecnica estremamente raffinata e accurata. L’osservazione a luce radente, infatti, consente di rilevare la presenza di giornate e molteplici incisioni dirette ed indirette usate sia per definire le partiture architettoniche che le figure.

Lo “strappo” fisico dalla parete (che è anche uno strappo nella continuità della storia di questo dipinto) avviene nel 1964, ad opera di un privato e senza le dovute autorizzazioni previste dalla legge di tutela dei Beni culturali. Ma l’esito dell’operazione non è positivo e solo uno strato parziale del dipinto viene asportato; la stessa immagine, ma meno definita e meno satura di colore, resta “ancorata” alla parete. Si valuta quindi opportuno ripetere il procedimento strappando un secondo strato. Il passaggio di proprietà e la rimozione dalla parete, non preventivamente autorizzate, non sfuggono al controllo delle autorità competenti e della Soprintendenza che nel 1965 dispone il sequestro giudiziario dell’opera, poi affidata temporaneamente all’ICR. In un primo restauro presso l’Istituto e risalente a questi anni, vengono rimosse le integrazioni pittoriche inappropriate che avevano tentato di risanare i guasti prodotti dal primo strappo.

Il dipinto presentava, quindi, un quadro conservativo piuttosto complesso. I danni maggiori sono stati determinati principalmente dall’operazione di strappo. I due strappi erano entrambi supportati con caseato di calcio su doppia tela a differente tramatura. Il primo, montato su un telaio ligneo centinato, appariva fortemente ridipinto e deformato; il secondo, sprovvisto di telaio, presentava tracce consistenti di pellicola pittorica originale.

L’intervento di restauro

Le principali operazioni di restauro hanno previsto una fase preliminare di pulitura della pellicola pittorica per la rimozione di un fissativo di origine sintetica e delle ridipinture non totalmente rimosse nel precedente intervento. In seguito si è proceduto alla rimozione degli strati di sporco e di adesivi organici tramite compresse di una soluzione leggermente alcalina. Successivamente è stato predisposto l’intervento strutturale che ha previsto lo smontaggio dei dipinti dalle rispettive strutture di sostegno e la rimozione della tela da rifodero più esterna al fine di recuperare le numerose deformazioni superficiali, visibili soprattutto sul primo strappo, mediante apporto graduale di umidità. Dopo aver recuperato la necessaria continuità ed omogeneità strutturale del supporto attraverso suture testa-testa dei tagli e la realizzazione di inserti in tela in corrispondenza delle lacune, entrambi i dipinti sono stati foderati a freddo con la tecnica del sottovuoto e montati su dei pannelli rigidi in nido d’ape e dotati di un telaio di rinforzo in alluminio.

Al termine delle operazioni strutturali si è proceduto al risarcimento del bordo perimetrale e delle lacune mediante stuccatura a livello.

Il caso particolare di due strati “generati” dallo stesso dipinto ha posto un dilemma metodologico.

Sarebbe stata accettabile una reintegrazione tradizionale quando le lacune della superficie pittorica del primo strappo corrispondono ai frammenti presenti sul secondo? L’unica scelta che si è ritenuta

corretta è stata quella dell’abbassamento di tono delle abrasioni e del trattamento a neutro delle lacune, negando di fatto la possibilità di ricorrere a qualsiasi tipo di ricostruzione. I due strappi (che ovviamente non sarà possibile più ricomporre) sono oggi esposti all’interno della chiesa di Sant’Agostino di Gallese.

 

Una curiosità: l’affresco di Gallese compare in alcune delle puntate di Strinarte come sfondo dello “studiolo” del professor Strinati. Strinarte è un ciclo di trasmissioni ideate da Claudio Strinati e prodotte da Rai5, in parte girate nel corso del 2015 presso i laboratori dell’ISCR.