2017 Tolve (PZ)

Pietro Antonio Ferro, ‘Incoronazione della Vergine con i Santi Francesco ed Eligio’ dipinto ad olio su tela, (1621).

Committente

Intesa San Paolo – Progetto Restituzioni, XVIII edizione

Direzione dei lavori

Dott.ssa Marta Ragazzino, Polo Museale della Basilicata

Altre info

Lavoro svolto in ATI con OCRA s.r.l.

Intervento

Il dipinto presentava un quadro conservativo piuttosto complesso dovuto per lo più al furto subito nel 1996 dal convento di San Francesco a Tolve in provincia di Potenza dov’era custodito, ed al suo successivo abbandono malamente ripiegato all’interno di un cartone e nascosto in un bosco per circa due anni. Ciò ha determinato l’innescarsi di molteplici tipologie di degrado sia a livello strutturale che a livello della pellicola pittorica. Il supporto tessile era interessato da numerose ed accentuate deformazioni, lacune e lacerazioni di grave entità diffuse su tutta la superficie. La prolungata permanenza nel bosco ha favorito inoltre lo sviluppo di microrganismi e organismi biodeteriogeni che si manifestavano sotto forma di macchie ed accumuli di colonie fungine sia sul verso che sul recto del dipinto. La concomitanza di tali fenomeni ha contribuito inoltre a determinare l’elevato grado di depolimerizzazione della tela originale. Lo strato preparatorio e la pellicola pittorica presentavano numerosi ed estesi difetti di adesione e di coesione, localizzati maggiormente in corrispondenza delle piegature e delle deformazioni, nonché da numerose abrasioni lacune e lacerazioni , alcune delle quali di notevoli dimensioni. In corrispondenza di queste aree, ed in particolar modo lungo i bordi irregolari delle lacune erano presenti numerosi frammenti di pellicola pittorica, alcuni dei quali di dimensioni molto ridotte interamente distaccati dal supporto originale. Preliminarmente all’intervento di restauro vero e proprio è stata eseguita un’accurata campagna diagnostica condotta dal gruppo scientifico dell’Iscr che ci ha consentito di ottenere numerose informazioni sia sulla tecnica esecutiva che sui materiali usati durante i precedenti interventi di restauro. Le indagini biologiche hanno inoltre permesso l’individuazione delle varie specie di microrganismi presenti il che ci ha consentito di individuare con precisione il trattamento biocida più efficace al fine di poter eliminare definitivamente l’attacco in corso. Il pessimo stato di conservazione in cui si presentava il dipinto ed in particolare le numerose ed accentuate deformazioni hanno reso evidente la necessità di intervenire sul manufatto con un’operazione contemporanea di spianamento del supporto e preconsolidamento della pellicola pittorica. Lo spianamento è stato eseguito con apporto graduale di umidità, pesi localizzati e calore al fine di ottenerne la corretta planarità del dipinto. Il preconsolidamento sia della pellicola pittorica che dello strato preparatorio, eseguito puntualmente con un adesivo sintetico è stato necessario al fine di poter movimentare in totale sicurezza il dipinto. Durante questa fase inoltre sono stati riposizionati parzialmente i numerosi frammenti erratici laddove è stato possibile ritrovare con certezza la loro sede originale. Successivamente si è provveduto a riconferire al dipinto la sua unità e funzionalità strutturale attraverso il consolidamento della tela ormai depolimerizzata, la realizzazione di inserti in corrispondenza delle lacerazioni più estese ed una foderatura integrale. L’operazione di foderatura è stata eseguita con il tradizionale metodo della collapasta, tale scelta è stata dettata dalla totale compatibilità con i materiali costitutivi del dipinto e dalla necessità di creare un supporto ausiliario sufficientemente rigido in grado di sostenere e allo stesso tempo assecondare le numerose ed accentuate deformazioni presenti sulla tela originale. La pulitura degli strati superficiali, quindi la rimozione delle vernici ingiallite e dei ritocchi alterati, è stata eseguita con una metodologia appositamente studiata e messa a punto in seguito a vari test che hanno consentito di individuare la miscela di solventi più indicata. Per quanto riguarda la fase di reintegrazione pittorica e di presentazione estetica le scelte sono state condotte tenendo conto dei notevoli problemi conservativi dell’opera e delle importanti mancanze di pellicola pittorica originale. Per cui si è scelto di ricucite con un sistema di reintegrazione riconoscibile (tratteggio) tutte le lacune di medie dimensioni ricostruibili per tono e forma. Mentre le lacune di piccole dimensioni, le abrasioni, gli inserti e le zone non ricostruibili in corrispondenza delle lacerazioni più estese sono state trattate ad abbassamento tonale ossia tramite una riequilibratura realizzata a velature successive con colori ad acquerello. Tale scelta è stata dettata dall’intenzione di restituire la corretta leggibilità figurativa e cromatica dell’opera e allo stesso tempo di mantenere una testimonianza evidente della sua travagliata e complessa storia conservativa.